La Lanterna e il paesaggio nell’Ottocento

Genova e la Lanterna in un olio su cartoncino di Ippolito Caffi del 1849 (Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, Venezia)  // Genoa and the Lanterna in an oil on cardboard by Ippolito Caffi dated 1849 (Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, Venice)

Se per secoli la Lanterna era sempre stata celebrata come simbolo identitario della città – insieme alla torre grimaldina di Palazzo Ducale una sorta di seconda torre civica – con l’avvento del Romanticismo a inizio Ottocento (e poi per tutto il resto del secolo) il faro diventa elemento pittoresco in una rappresentazione della città e del suo golfo dove la natura è protagonista assoluta e con essa il mare, le colline, il cielo con la sua luce mutevole alle influenze metereologiche.
Questo avviene sia nelle rappresentazioni iconografiche (olii, acquerelli, disegni), sia nelle descrizioni dei viaggiatori soprattutto stranieri che passano da Genova, ideale porta del Bel Paese e prima tappa del Grand Tour.

Da Schinkel (a Genova nel 1805) che in un tardo classicismo è tra i primi a cogliere gli aspetti pittoreschi della Lanterna come elemento di spicco in un paesaggio degno di essere protagonista di disegni, annotazioni e bozzetti, a Turner (a Genova nel 1828) che nei suoi rivoluzionari acquarelli “di luce” utilizza il faro come elemento protagonista nella celebrazione della natura e delle sue meraviglie atmosferiche. Non sono da meno gli autori italiani, anche se più didascalici e precisi nella rappresentazione puntuale, quasi fotografica, del faro e dei suoi dintorni, attenti a riprodurre la natura e le architetture della città e della campagna ormai visti come elementi assimilati al paesaggio: Luigi Garibbo, Carlo Bossoli o il veneziano Ippolito Caffi ci tramandano una visione del golfo di Genova e del promontorio di San Benigno oggi irrimediabilmente persa, dove la natura è la protagonista assoluta e la Lanterna risalta nella sua monumentalità evocativa quasi come un elemento naturale fuori dal tempo.

Questa assimilazione del nostro faro a un elemento naturale diventa ricorrente anche nella letteratura, valga ad esempio per tutti Dickens che così, in Pictures from Italy (1846) ce la descrive: Ed ora il sole tramonta, in un tale splendore rosso e verde e oro che né penna né pennello saprebbero descriverlo; e al suono delle campane del vespro, si fa buio, senza crepuscolo. E allora i lumi si accendono a Genova (…); e la Lanterna che gira sul mare, lontano, sciabola di luce, per un istante, la facciata e il portico del palazzo, lo illumina come se ci fosse una luna piena, che comparisse da dietro una nuvola, poi lo sprofonda nell’oscurità.

The Lanterna and the surrounding landscape in the 19th century

While for centuries the Lanterna was celebrated as the identifying symbol of the city – together with the Grimaldina Tower of Palazzo Ducale – with the onset of Romanticism in the early 19th century the lighthouse became a picturesque element in the depictions of the city. In these iconographic representations (oils, watercolours, drawings), Nature, with the sea, the hills, and the sky’s everchanging light, always plays the leading role. The city was also celebrated in prose by many foreign travellers passing through Genoa, the ideal gateway to begin the so called Grand Tour of Italy, the Bel Paese.

Among them, Schinkel (who visited Genoa in 1805) one of the first in the late classicist period to capture the picturesque nature of the Lanterna as a distinctive feature in a landscape worthy of drawings, annotations and sketches, and Turner (in Genoa in 1828) who, with his revolutionary watercolour technique, chose the lighthouse as a focal point in the celebration of nature and its magical atmosphere. The city was also portrayed by equally talented Italian artists, although with a more didactic approach that yielded precise, almost photographic representations of the lighthouse and its surroundings, in which the city’s architectural elements blend into the landscape: Luigi Garibbo, Carlo Bossoli or the Venetian Ippolito Caffi offer stunning views of the Gulf of Genoa and the now lost San Benigno Promontory; nature is the absolute focal point and the Lanterna, with its monumental poise, appears as a timeless element of the natural landscape.

The portrayal of the Lighthouse as a natural part of the landscape also became a recurrent theme in literature. In “Pictures from Italy” (1846) Dickens offers the following description: “And now, the sun is going down, in such magnificent array of red, and green, and golden light, as neither pen nor pencil could depict; and to the ringing of the vesper bells, darkness sets in at once, without a twilight. Then, lights begin to shine in Genoa (…) and the revolving lanthorn out at sea there, flashing, for an instant, on this palace front and portico, illuminates it as if there were a bright moon bursting from behind a cloud, then, merges it in deep obscurity.”